Era stato un progetto ambizioso quello di installare luci “d’artista” che potessero attirare visitatori dai comuni vicini e mostrare il nostro centro commerciale all’aperto, bello e accogliente nel tempo del Natale.
Oggi, di quel progetto non c’è più traccia. Genzano è spenta come i suoi amministratori. Niente luminarie, niente Presepe infiorato, niente nuove mostre al palazzo Cesarini né attività culturali e di intrattenimento.
Il comune guidato da Lorenzon si rifiuta di “accendere” la città e non per mancanza di soldi ma per mancanza di idee e progettualità.

Negli anni passati la collaborazione nella spesa tra comune e commercianti aveva permesso di raggiungere livelli di qualità e di innovazione nell’illuminazione della città, che aveva ricevuto il plauso dai cittadini dei castelli romani. Oggi prevale l’incompetenza amministrativa e l’improvvisazione che priva la città di un valido progetto a tema natalizio che possa attirare i giovani e le famiglie a visitare Genzano, percorrere le vie dello shopping e mostrare un paese vivo e vivace.
Si è rinunciato a un compito istituzionale qual è quello di aiutare lo sviluppo della propria città prevedendo in bilancio degli stanziamenti per le festività, che non sono spese ma investimenti, per aiutare le tante attività imprenditoriali di artigiani e commercianti che sono la spina dorsale della nostra economia.
A salvare il salvabile è arrivata la presidenza del Consiglio Regionale che ha concesso un contributo al nostro comune, arrivato 68° con 56 punti nella graduatoria di merito, di 12.600 euro contro i 18.000 richiesti a riprova di un progetto scadente ed evidentemente riciclato da precedenti richieste.
Inoltre uno scatto di orgoglio di alcuni commercianti, non arrendevoli a vedere Genzano al buio, autofinanzieranno degli allestimenti organizzandosi strada per strada ma, inevitabilmente, senza una regia unica.
Nel frattempo i nostri vicini sono partiti: Albano accende le luci dal 25 novembre e Ariccia trasferisce al Parco Chigi un pezzo di Salerno ed è già un successo. E noi a rincorrere il tempo perduto.
Com’era bella Genzano quando con orgoglio aveva l’obiettivo di diventare sempre più grande e non aveva paura di brillare. Oggi è rimasto uno sbiadito ricordo ma non ci arrenderemo a questa regressione felice.
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