I Castelli Romani ricordano l’ex giudice Ferdinando Imposimato, deceduto nella mattina di oggi al Policlinico Gemelli di Roma, dov’era ricoverato da qualche giorno, all’età di 81 anni.
Imposimato è stato e sarà di certo uno dei personaggi simbolo dell’Italia, figura di grande spicco e valore, esempio per i giovani e non solo.
Nella veste di magistrato è stato giudice istruttore di alcuni importanti processi come quello per il caso Moro e quello per l’attentato a Giovanni Paolo II.
Nella veste di politico fu eletto la prima volta al Senato come indipendente di sinistra nelle liste del Pci.
Nel 1992 fu eletto Camera e poi nel 1994 ancora una volta al Senato.
Di grande valore storico-politico e giuridico rimarranno le sue inchieste, attraverso le quali ha cercato di far luce su alcune delle vicende italiane ed internazionali più intricate, che tuttora celano importanti misteri. Tra questi il caso Moro e l’attentato alle Torri Gemelle.
Imposimato ipotizzava, in base ai suoi studi e ricerche, che esistesse un filo conduttore che legava una serie di delitti politici avvenuti in Italia: dalla strage di Portella della Ginestra fino ad arrivare agli omicidi di Falcone e Borsellino.
Fu forse l’unico giudice che parlò dell’esistenza del gruppo Bildeberg e del suo grande potere nel panorama politico-economico internazionale, ritenuto dai più una fantasmagorica invenzione cospirazionista.
(Imposimato su gruppo Bildberg: https://youtu.be/-8wizYyAuzc)
Tra le sue ultime battaglie si annoverano: quella per il “NO” al referendum del 4 dicembre 2016 per abrogare alcuni poteri legislativi del Senato ed il suo impegno a sostegno del Comitato “NO VAX” a seguito del decreto legge sulla vaccinazione obbligatoria. (Intervento Imposimato durante manifestazione No Vax a Montecitorio: https://youtu.be/YgRK1qPq9-w)
I Castelli Romani lo ricordano anche per la sua visita alla città di Velletri in occasione dell’incontro, che si è svolto il 25 maggio 2016 presso l’Aula Magna dell’IIS Cesare Battisti, nel quale la CGIL e la FLC Roma Sud Pomezia Castelli hanno incontrato gli studenti per parlare della Carta dei Diritti Universali del Lavoro e per presentare alcuni quesiti referendari, tra questi quelli sulla scuola relativi all’abrogazione di alcune norme contenute nella legge 107 del 2015, altrimenti chiamata “buona scuola”.
Se ne va così un pezzo d’Italia, una voce fuori dal coro, che ha dedicato la sua vita alla ricostruzione e revisione della storia ed alla ricerca della verità.
Davide Brugnoli