Reputiamo assolutamente insufficienti, per non dire fallimentari, i provvedimenti messi in campo dal sindaco di Marino, Carlo Colizza, in queste settimane di emergenza Coronavirus. Nonostante il primo cittadino sia autorità sanitaria locale, abbiamo assistito a politiche di contenimento del contagio deboli e precarie.
Dagli scarsi controlli sul territorio, alla strampalata ordinanza sulla alternanza alfabetica per l’accesso alle strutture di vendita: sono davvero numerose le carenze dell’azione istituzionale di Palazzo Colonna. In questo contesto, poi, desta particolare preoccupazione, l’azione – a nostro giudizio, tardiva – della amministrazione comunale nella gestione del focolaio presso la clinica Villa Nina di Frattocchie: come è potuto accadere tutto questo? Quali procedure preventive e di sicurezza ha preso il sindaco al fine di tutelare pazienti e operatori della struttura? Tante le domande che hanno bisogno di immediata risposta.
Quello che è certo, purtroppo, è che Marino risulta tra le città dell’area metropolitana di Roma con più casi di Coronavirus registrati. La dimostrazione che la ricetta di Colizza, tutta bollettini e social network, non basta a contrastare la pandemia in atto. Invece di inserire inutili post Facebook e mandare messaggi WhatsApp dal mero sapore elettorale, dunque il sindaco “speaker” si mettesse a lavorare sul serio, monitorando il territorio con azioni più incisive, concrete e realmente tese a tutelare la salute dei cittadini di Marino. In caso contrario, farebbe più bella figura a fare le valige e andare a casa.
Così, in una nota, il consigliere regionale del Lazio di “Cambiamo” ed ex sindaco di Marino, Adriano Palozzi.
Detto da Palozzi, che ha svergognato la nostra Città in tutta Italia, propinandoci il suo delfino, tradotto nelle patrie galere, è una vera barzelletta.