Le prime fasi di costruzione di un’azienda o di qualsiasi tipo di attività commerciale riguardano molto da vicino la costruzione della propria identità. Dare un carattere preciso al proprio brand aiuta ad emergere dall’anonimato in cui, altrimenti, toccherebbe restare.
Una volta costruita la propria brand identity, però, va misurato come questa viene percepita dal pubblico. Chi si occupa di gestire un ufficio stampa sa benissimo che la reputazione del proprio marchio è una delle condizioni fondamentali per far andare bene gli affari.
Conoscere cosa pensa il pubblico del nostro brand aiuta a indirizzare le decisioni, confermare gli aspetti giudicati positivi e correggere lì dove necessario. Per fare tutto questo bisogno parametrare questo dato, procedere a un brand monitoring costante che ci renda in grado di agire sotto due aspetti:
- gestione immediata di eventuali situazioni critiche;
- prendere decisioni, non solo riguardanti la comunicazione, per il medio-lungo termine.
In passato, questa attività comprendeva soprattutto la lettura dei giornali, in particolar modo degli articoli nei quali veniva citata l’impresa in questione. Va da sé che il web e i social in particolare hanno reso molto più articolata la questione. Per fortuna, non solo il lavoro è diventato più complesso, ma gli strumenti a disposizione oggi sono in grado di rendere le operazioni di monitoraggio più veloci e il risultato più preciso e utile allo scopo. Andiamo quindi a scoprire alcuni tool che fanno proprio al caso di chi si occupa di brand monitoring.
Citazioni sui media
Come dicevamo, uno dei primi aspetti da considerare sono le fonti giornalistiche comprensive sia delle edizioni digitali sia di quelle cartacee. Per quelle online vedremo che esistono dei semplici alert in grado di tenerci aggiornati su eventuali citazioni. Su carta, invece, il meccanismo di monitoraggio è decisamente più lungo e complesso.
Innanzitutto bisogna dotarsi delle fonti, ovvero dei giornali sui quali effettuare la ricerca. Poi bisogna scandagliare tutta questa carta alla ricerca dei pezzi che tirano in ballo la nostra azienda. Un procedimento piuttosto lungo e dispendioso, che per fortuna può essere ovviato da un servizio di rassegna stampa e gestione del proprio portafogli di abbonamenti editoriali, rivolto sia a imprese che privati.
Gli strumenti di brand monitoring offrono la possibilità di impostare degli alert anche per le edizioni cartacee, che vengono scandagliate nelle loro versioni pdf. Si possono ottenere i ritagli di questi formati digitali dei quotidiani e quindi salvare il tutto in un proprio archivio virtuale. Il servizio prevede un abbonamento ed è sicuro e controllato.
Alert
Abbiamo citato prima gli alert, sistemi di notifica che entrano in azione ogni qualvolta la parola in questione viene rintracciata all’interno di un nuovo contenuto digitale. In questo caso il tool più famoso è sicuramente Google Alert, sicuramente anche il più preciso visto che è sviluppato dalla stessa azienda che possiede anche il motore di ricerca più grande del mondo. Inoltre, va aggiunto che Google offre questo tool completamente gratis, in una versione estremamente facile e intuitiva da usare.
È necessario solamente inserire la parola su cui vogliamo creare l’alert e poi impostare la ricerca secondo parametri quali: frequenza delle notifiche, principale tipologia delle fonti, lingua e area geografica d’origine dei contenuti, modalità di ricezione della notifica (mail o feed RSS).
Link in entrata
Da un punto di vista prettamente digitale, risulta ancora più utile conoscere i siti web e gli articoli che non si limitano a parlare della nostra realtà, ma che linkano ad essa (quindi al sito web). Un aspetto fondamentale dal punto di vista SEO, ovvero del posizionamento del nostro sito sui motori di ricerca. Infatti, è fondamentale che per le ricerche che più ci interessano il nostro sito appaia tra i primi risultati, ciò sarà più semplice se molte pagine linkano a esso.
Attenzione però, non sempre un link in entrata è una cosa positiva. Se possediamo un’azienda che si occupa di giardinaggio e un famoso periodico rimanda alle nostre pagine web nell’ambito di un articolo sulle colture stagionali, allora non vi è pubblicità migliore. Ma se invece riceviamo un link da un sito poco raccomandabile, poco attivo, in un articolo decisamente fuori contesto rispetto alla nostra attività, allora il motore di ricerca potrebbe addirittura decidere di penalizzare il nostro posizionamento.
Per capire di che natura sono i link in entrata che riceviamo ci sono due strumenti che consigliamo di utilizzare: Google Analytic e Majestic SEO. Il primo è un free tool e consente di analizzare tutto il traffico in entrata nel nostro sito, quindi anche quello proveniente dai link ricevuti da siti terzi. Majestic SEO invece, che è a pagamento, è particolarmente indicato per analizzare la positività di questi link ricevuti.