Sembra ormai chiaro, anche a chi di gioco d’azzardo non conosce gran che, ma che magari legge o si informa per cercare di farsi una propria idea sul mondo del gioco e dei casino online consigliati e quello che lo stesso comporta, che gli Enti Locali “si sono arrogati” il diritto di scegliere “la vita commerciale” di coloro che investono nel gioco, trincerandosi dietro due “strumenti sociali”: l’ordine pubblico e la tutela alla salute che, secondo le stesse Amministrazioni, sarebbero a rischio se “contaminati” dal sistema-gioco ed i Sindaci sarebbero chiamati a preservare.
In nome di questi “comandamenti”, si sono emessi Regolamenti sul gioco in prima analisi anche “giusti”, ma che via via si sono sempre più ristretti sino ad arrivare “all’imponderabile”, sia per quanto riguarda gli orari di funzionamento delle apparecchiature da gioco, sia per quanto riguarda i luoghi sensibili, la cui lista di allunga sempre di più e fa inserire sempre più luoghi particolari nel raggio dei quali non si può aprire un’attività ludica. Si sa che in alcune città, praticamente, il gioco viene, con questa forma, assolutamente bandito dalla vita quotidiana dei cittadini che, invece, lo ricercano e lo desiderano ma, certamente, non compulsivamente per la stragrande maggioranza.
Ad oggi, in ogni caso, il sistema-gioco ancora riesce a resistere ed a combattere contro le Amministrazioni e cerca, in tutti i modi, di rendersi disponibile verso il sociale in modo che non si possa più dichiarare che queste attività rovinano il territorio, oppure, generano soltanto guai all’ordine pubblico. Non bisogna dimenticare, e la maggior parte della stampa invece lo fa, che le strade delle nostre grandi città sono popolate dallo spaccio di droga, dai furti, da aziende che sono “contenitori vuoti” per il riciclaggio, da settori pubblici quasi in mano alla mafia: ma di tutto questo si parla ancora poco, mentre tutto si fa risalire, quasi esclusivamente, ad un connubio con il mondo del gioco d’azzardo.
Tanti si dimenticano che il gioco pubblico è nato appunto per togliere dal territorio il malaffare che, all’inizio del 2000, era proprietario assoluto dei videopoker con giro di affari incommensurabile accompagnato dalla criminalità organizzata. Ci è voluto tanto tempo, tanti sforzi, tanto impegno da parte degli operatori (e poco da parte dello Stato che non ha mai voluto legiferare qualcosa di serio a livello nazionale) per arrivare ai giorni nostri dove il settore è un “grande settore” pieno di industrie con la “I” maiuscola che hanno creato professionisti e ricercatori che hanno messo sul mercato giochi assolutamente competitivi conquelli internazionali: tant’è che i nostri prodotti ed il nostro gioco all’estero sono alquanto riconosciuti e se ne è avuta la riprova in alcuni congressi internazionali.
Ora, tutti gli sforzi effettuati sino a qui, sembrano svanire nel nulla perché non si riesce a trovare una soluzione per arrivare ad una riforma seria del settore e dei casino online: perché assolutamente di questo si ha bisogno. Una riforma, una ridistribuzione dell’offerta del prodotto, una legislazione con norme precise che renda il gioco lecito “uguale” in tutte le regioni ed in tutti i punti. In modo da non costringere prima i Giudici ad interpretare norme ed orpelli secondo il loro giudizio e poi i giocatori in grado di trovare con semplicità i propri giochi preferiti. Ma a chi dà fastidio tutto questo? E perché? Non è dato ancora di sapere, ma saremmo anche curiosi di ottenere delle risposte.