Per chi apre una nuova attività la soluzione ideale è quasi sempre quella del regime dei minimi o, dopo la nuova normativa, del regime forfettario. Questo perché si pagano meno tasse e si ha tutto il tempo di ingranare, fare un buon periodo di rodaggio e arrivare a guadagnare in maniera sufficiente da poter poi fare fronte a tutte le spese.

Tra le controindicazioni di ha deciso di aprire partita iva in regime dei minimi c’è solitamente quella di trovarsi in difficoltà allo scadere dei cinque anni, quando magari si è abituati a un margine contenuto di spese e poi ci si ritrova a dover pagare un mare di tasse a fronte di magri incassi.

aprire nuova attivitàNegli anni 2012-2017 questa è stata la situazione comune a molti giovanissimi che, spinti proprio da questo sistema agevolato, hanno deciso di aprire un’attività anche in piena crisi. Con il nuovo regime forfettario, invece, non esiste più questo limite di tempo e chi sceglie il regime agevolato può rimanervi a vita a patto che si tenga al di sotto dei 30mila euro di fatturato.

D’altra parte, per chi apre oggi una partita IVA, anche in caso di volume di affari massimo di 30mila euro annui, non è più possibile aderire al regime fiscale di vantaggio dei superminimi con tassazione al 5%, che resta in vigore solo nel caso in cui la posizione sia stata aperta entro il 2015, prima della riforma del Regime di Minimi che ha introdotto il regime forfettario.

Oggi la legge è molto cambiata e i requisiti richiesti per l’accesso al regime forfettario riguardano solo il reddito, che non deve superare il limite previsto per la categoria di attività esercitata (nel caso in cui venga esercitata più di un’attività, il limite di reddito che deve applicare è il più alto), mentre è venuto meno quello anagrafico che vincolava il regime dei superminimi ai 35 anni di età.

Questo si è reso necessario perché i tempi sono notevolmente cambiati e mentre prima a 35 anni molti giovani avevano già organizzato il proprio futuro oggi a quella stessa età tanti stanno muovendo i primi passi. C’è inoltre una tabella in cui si può individuare il tetto massimo in base alla propria categoria.

Per capire se conviene applicare il regime forfettario o quello ordinario è dunque utile stimare il volume di fatturato e spesa: se quest’ultimo si prevede inferiore al 25%, il nuovo regime forfettario risulta più vantaggioso. Ad esempio, su un fatturato di 30.000 euro, se le spese non superano i 7.500 euro il regime forfettario risulta essere più conveniente di quello ordinario.

Anche se di primo acchito il nuovo regime sembra meno vantaggioso, ci sono tutte delle altre novità che vale la pena di prendere in considerazione. Tra gli altri elementi da valutare, per esempio, ci sono le semplificazioni burocratiche previste dal regime forfettario: niente Spesometro e  comunicazioni relative alle operazioni con Paesi black list, niente studi di settore, né ritenute d’acconto, né obblighi di registrazione e tenuta di scritture contabili. Per chi sceglie questa opzione, in sostanza, si riducono drasticamente le probabilità di andare incontro a controlli, a problemi burocratici e a sanzioni salate.