Velletri libris: un altro grande successo della rassegna, ieri alla Casa delle Culture e della Musica per la presentazione di Teutoburgo, nuovo romanzo storico dello scrittore Valerio Massimo Manfredi.
L’evento, organizzato dalla libreria Mondadori di Velletri e tenutosi all’aperto, presso il Chiostro dell’antico monastero, ha visto la Professoressa Prenner, dell’Università Federico II° di Napoli, spiegare e riassumere i tratti salienti del romanzo e lo scrittore Manfredi sviscerare l’opera, estraendone le particolarità, i personaggi e soprattutto il contesto storico su cui si poggia la trama, fondamentale in tutte le sue opere.
Il pubblico è stato così immerso in un viaggio narrativo in cui l’Italia è protagonista, in un epoca antica in cui gran parte delle terre e dei popoli allora conosciuti le si gettavano ai piedi. Roma, l‘antica Roma è ancora oggi simbolo d’innovazione, di civiltà e di splendore: strade, tecniche militari, strategie di guerra, formazione e nascita della Res Pubblica, l’Impero…riecheggiano fra le immense stanze della storia.
Da questo contesto generale Manfredi è riuscito, intercettando il periodo forse più splendente della civiltà Romana, ossia l’Impero Augusteo, a raccontare con gli occhi di un romanziere uno degli episodi più tristi di Roma, probabilmente la più grande disfatta che abbia mai conosciuto: la battaglia della foresta di Teutoburgo, altresì ricordata come clades Variana.
Una sanguinosa battaglia, che si concluse con l’annientazione di tre intere Legioni romane ed al contempo la fine di un grande sogno, che rimarrà tale anche nei sette anni successivi, nei quali i romani tentarono di riscattare l’onore perduto in quella guerra: la conquista della Germania. Tutto ciò raccontato attraverso due uomini: Arminio e Flavus, due valorosi fratelli, guerrieri di origine germanica della tribù dei Cherusci adottati da Roma, tanto valorosi da essere nominati civis romanus…ma con una differenza: mentre Flavus divenne un vir bonus dicendi peritus a tutti gli effetti, servendo Roma fino alla morte; Arminio incomincia a sentire il richiamo della sua terra natìa…ed è così che pur combattendo nelle file dell’esercito romano, complotta contro di esso con i Cherusci divenendone addirittura il capo. L‘esito della battaglia lo vedrà uscire di fatto trionfante, ma ben presto il suo stesso popolo natale ordirà un attentato alla sua vita, uccidendolo.
Un romanzo avvincente, una trama dalle filature sottili e complesse, che snocciolano una delle sconfitte più gravi subite dall’esercito romano e che al contempo narrano di una civiltà irripetibile, magnifica per potenza, per organizzazione, ma che ha pagato le conseguenze derivanti da un territorio così vasto da gestire, con tutte le diversità culturali, sociali che Roma ha voluto inglobare in sè.
Arminio è morto, ma la sua storia, la sua vita ci possono insegnare qualcosa anche oggi: nessun potere, nessun impero, nessun’arma è tanto potente quanto l’amore per la propria terra e per le proprie radici e queste possono spingere chiunque, non solo Arminio, a ribellarsi a qualsiasi sistema sociale, anche il più complesso ed organizzato. Arminius è l’esempio di quanto valore abbia la terra natale: tradendo Roma, che lo aveva reso grande, ha ritrovato sè stesso: ha ritrovato Armin.
Davide Brugnoli