L’Associazione Velletri 2030 in occasione degli eventi che accompagneranno la vendemmia, propone la lettura di un passo del “Discorso Inaugurale letto dal Sig. Enrico Provenzani nella circostanza dell’apertura del Consiglio Gen.le della Società Commerciale Enologica eretta in Velletri”.

Di seguito alcuni passaggi del discorso.

Velletri vendemmiaDopo aver enfatizzato nelle prime 8 pagine i progressi tecnologici dell’epoca, da pagina 9 inizia a dedicarsi espressamente al soggetto dell’uva. “… E l’Agricoltura quella prima fonte della nazionale ricchezza entrò anch’Ella nelle vie dell’avanzamento e sentì pur essa i salutari effetti del progresso e dell’associazione. Infatti le banche agricole destinate a raccogliere i capitali per porli nelle mani del laborioso Agricoltore acuirono in più modi la cultura de campi negletti e deserti, accrebbero le derrate, e le materie prime alimento dell’industria manifatturiera ; le esposizioni pubbliche del prodotti del suolo; le premiazioni d’incoraggimento; la instituzione de’Comizi così detti Agricoli tanto diffusi presso le colte nazioni; la fondazione del poderi sperimentali-modello; le scuole teorico-pratiche; la invenzione di nuovi istrumenti rurali più acconci al lavorio delle terre; i moltiplici studi ed esperimenti sulle concimazioni, e sulle rotazioni e avvicendamenti; l’introduzione di tante utili piante; infine le moltiplici accademie Agrarie sostituite a quelle puramente scientifiche di vecchia stampa, che tra i frondosi ombreggiamenti dello stile e delle immagini si occupavano di celebrare astratte ispirazioni con sonettuzzi, ed altre dicerie cruschevoli, furono tanti stimoli potentissimi che piegarono il popolo campestre a più accomodate riforme, e portarono l’agricoltura nelle vie del progresso……”

” ….. Velletri è il Paese, nel cui svariati colli sotto l’influenza di un sole benefico lussureggia la vite ricca di biondi grappoli; dove spumeggiano vini in tanta copia da poter ritenere essere egli il più vinifico d’Italia, e tanto soavi e gentili da sostenere vantaggiosa concorrenza con que di esteri luoghi. Velletri però in causa della riboccante produzione originata dagli aumentati vigneti sperimenta com’altri Paesi viniferi, attacchi formidabili che forse potriano addivenire più funesti, se solleciti non accorressimo a rivolge i nostri studi, e i nostri sforzi ad apprestarvi il farmaco riparatore. Ma nello stato attuale del deprezzamento del genere, altra riparazione più conveniente non si presentava, che di acuire la industria de vignicoli con incoragginenti i più efficaci a migliorare vieppiù la qualità del vini rendendoli capaci a sostenere il trasporto terrestre e marittimo, di diffonderne la conoscenza entro e fuori d’Italia, e di operare altre pratiche dirette a ritornare in prosperità lo scadente commercio sia colla distillazione di una gran parte del vini inferiori, sia coll’esportazione de spiriti all’estero, e in tal modo tentare di ristabilire possibilmente quel tal equilibrio, che manca fra la produzione del genere e la consumazione di esso. Si vide adunque imponente il bisogno di attendere con vari tentativi a rendere meno pesante l’attuale invilimento di prezzo de’ vini, e di rivendicare anco all’Italia quel primato, che ebbe nella confezione di quel nettari prelibati, che già infiorarono le mense voluttuose de’ Cesari, de Luculli ec…..”

“……. In mezzo a queste considerazioni, e nello stato attuale delle circostanze portava la natura delle cose che nel seno di questa Città eriger si dovesse la novella intrapresa diretta a quell’intendimento, e questa si erigesse a mezzo di quell’associazione, il cui potere fu autore di tante opere di pubblica utilità……”

” ……. Non tralascerò anco di avvertire, che una qualunque instituzione per bella ch’ella sia, avrà sempre del contraddittori, e degli oppositori, che con dente avvelenato prendono a mordergli per dargli morte, che solo una fermezza costante alimentata dalla cognizione della buona causa può annientare i loro colpi. Signori miei il nostro secolo non conterebbe immensi instituti nati, fatti adulti, e prosperosi, se coloro i quali si eressero a fondatori avessero rallentato il loro spirito e i loro sforzi, sfiduciati al sopravvenire di una difficoltà, e quello ch’è più se non fossero stati sordi a tante voci insidiose, a tanti queruli rumori e declamazioni di tanti uomini che insorsero ad attentare all’esistenza di essi….. Riflettiamo o Signori che la vita, la stabilità, e il progresso di un’instituzione nata a mezzo dell’associazione più che ne versati capitali sta nella confidenza e nella concordia de’ Soci, nell’azione e nell’operosità ben diretta del gerenti…..”

In conclusione, non c’è niente di nuovo sotto il cielo di Velletri. Basta leggere la relazione del Segretario Comunale di Velletri e Azionista della nascente Società Enologica, Enrico Provenzani, dell’anno 1843. A distanza di 174 anni, i viticoltori di Velletri vivono gli stessi problemi e forse sono messi anche peggio di allora perchè non sanno riunirsi nel formare una Società Enologica.

La Società Enologica fu costituita il giorno 7 settembre 1843, dal Notaro Giuseppe Jachini. Il Regolamento con la lista dei Soci Fondatori sarà oggetto delle prossime News.