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Piante e fiori

Come fare il rinvaso perfetto della lavanda senza danneggiare le radici

Il rinvaso della lavanda è un momento chiave per mantenerla sana, forte e… profumata come piace. Se fatto bene, può darle nuova linfa e farla rifiorire con più energia.

Come si rinvasa la lavanda senza danneggiare e radici
Come si rinvasa la lavanda evitando di danneggiare radici

Ci si chiede spesso quando e come affrontare il rinvaso della lavanda senza combinare pasticci. Non è difficile, ma nemmeno una cosa da fare con leggerezza. Bastano pochi gesti sbagliati per compromettere quelle radici sottili e un po’ permalose. È facile pensare: “massì, la tolgo e la metto da un’altra parte”. Ma la verità è che serve attenzione, pazienza e, soprattutto, il momento giusto.

La buona notizia è che non occorre essere giardinieri esperti. Con un po’ di calma, un tocco delicato e il rispetto dei tempi, chiunque può farcela. Il segreto è saper osservare. Segnali come fioriture scarse, crescita lenta o quei rami che sembrano ormai stanchi non vanno ignorati. Sono come piccoli messaggi della pianta: “ho bisogno di spazio”. Un nuovo vaso, un terreno più leggero, un po’ più di respiro. Tutto qui. E magari, mentre ci si prende cura della lavanda, si trova anche l’occasione per ridare un po’ di vita a quel balcone lasciato in disparte da mesi.


Quando rinvasare la lavanda e perché farlo nel modo giusto

Alla lavanda non piacciono i cambiamenti bruschi. Meglio coglierla nel suo momento di calma, tra fine inverno e inizio primavera, quando si sta svegliando piano piano. È il momento in cui tollera meglio gli “sconvolgimenti” e riesce ad adattarsi senza troppe storie. Spesso si pensa che basti un vaso nuovo e un po’ di terra fresca. Magari fosse così semplice. Le radici della lavanda sono fitte, intricate, e non amano essere maltrattate. Se le si spezza, rischiano di marcire. E a quel punto addio fioriture.


Perciò sì, serve pazienza. Niente gesti bruschi: meglio picchiettare un po’ sul fondo del vaso per farla scivolare fuori da sola. Se le radici sembrano un groviglio, si può provare a scioglierle piano piano con le dita. Nessuno strappo improvviso, come fosse un gomitolo ingarbugliato. Ah, il terreno: deve essere drenante, leggero, magari con un po’ di sabbia o ghiaia. La lavanda odia l’acqua stagnante. Uno strato di argilla espansa in fondo al vaso? Sempre una buona idea.

I passaggi fondamentali per un rinvaso a regola d’arte

Una volta trovato il momento giusto, si può cominciare. Ma attenzione, non è solo questione di togliere e rimettere. Ogni passaggio va fatto con cura, quasi con rispetto. Un po’ come ci si occupa di qualcosa di prezioso. Anzi, viene quasi da pensare che ogni piccolo gesto — dalla scelta del vaso alla sistemazione del terriccio — abbia un peso specifico nel benessere della pianta. È un processo che mette alla prova la pazienza, sì, ma anche la sensibilità.
Serve occhio, serve ascolto. Perché anche se non parla, la lavanda comunica eccome. Magari lo fa piegando un po’ le foglie o facendo spuntare un rametto storto. Ma quei segnali, se si impara a coglierli, guidano meglio di qualsiasi manuale.
Ed è proprio partendo da questa consapevolezza che si può passare all’azione, tenendo a mente alcuni passaggi essenziali:

  • Il vaso nuovo? Solo un po’ più grande, giusto per farla respirare meglio.
  • Il terriccio? Mai compatto, meglio mischiarlo con sabbia e qualche sassolino.
  • Le radici? Vanno controllate, se ce n’è qualcuna marcia o nera, si taglia senza pietà.
  • Poi si sistema la pianta al centro, e si aggiunge la terra poco a poco, pressandola appena.
  • Una bagnata leggera alla fine, e poi via con la pazienza. L’acqua va dosata bene: meglio aspettare che il terreno asciughi prima di rifarlo.

Una svista da evitare: coprire troppo il colletto, quel punto delicato tra fusto e radici. Se viene sepolto, rischia di marcire. Meglio lasciarlo a vista, come un promemoria silenzioso.


Già che ci sei, puoi dare una sistemata anche ai rami secchi. Una piccola potatura aiuta a far spuntare nuovi getti e a tenere la pianta in forma. Come un taglio di capelli dopo l’inverno.

Come aiutare la lavanda a riprendersi dopo il rinvaso

Nei primi giorni post-rinvaso, la lavanda potrebbe sembrare abbattuta. Ma è normale: ha bisogno di tempo per ambientarsi. Un po’ come chi cambia casa.


Metterla in un punto ben soleggiato può fare la differenza. La luce è una vera alleata. Anche l’aria deve circolare: troppa umidità o un ambiente chiuso possono rallentare tutto.

Attenzione anche al vaso. Quelli di plastica tengono troppa umidità, e alla lavanda non piace. La terracotta, invece, lascia respirare e mantiene la temperatura più stabile.


Dopo qualche settimana, si può dare un piccolo aiuto con un fertilizzante naturale, meglio se ricco di potassio. Ma senza esagerare: questa pianta ama la semplicità, non ha bisogno di troppo.

E poi, basta guardarla. Quando le foglie tornano di quel verde-grigio brillante, e spuntano nuovi rametti, vuol dire che sta bene. Allora sì, si può dire missione compiuta.

E se qualcosa va storto? Nessun panico. Anche la lavanda si prende il suo tempo. Magari ci mette qualche giorno in più a riprendersi. Ma alla fine, quasi sempre, ce la fa.

E così, un gesto semplice come il rinvaso diventa quasi un rito. Un modo per prendersi cura, sì, ma anche per rallentare un attimo.

Il rinvaso della lavanda

E ricordarsi che, alla fine, basta poco per vedere tornare il profumo.

Foto © stock.adobe


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