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Piante e fiori

I 3 errori da evitare ora se vuoi salvare l’ortensia per l’anno prossimo

Le ortensie sono piante amatissime nei giardini, ma tre errori frequenti in autunno e inverno rischiano di comprometterne la fioritura futura: scopri quali sono e come evitarli per avere ortensie sane, rigogliose e spettacolari anche l’anno prossimo.

I 3 errori da evitare per far si che le ottenere ortensie rigogliose anche l'anno prossimo
Evita i 3 errori più comuni e salva la tua ortensia per fioriture splendide anche la prossima stagione

Le ortensie vengono spesso considerate robuste, eppure la loro delicatezza durante il riposo vegetativo non va sottovalutata. Piccoli sbagli commessi in questa fase possono determinare la perdita della fioritura successiva. Non è raro credere che resistano a tutto, ma la realtà è che dettagli apparentemente secondari decidono la loro vitalità. Vale la pena soffermarsi su questi aspetti perché tra un’ortensia spoglia e una carica di fiori c’è solo la differenza di qualche accorgimento.

Prima di agire conviene sempre osservare la pianta. Ogni ortensia reagisce in base al terreno, al clima e all’esposizione. Prendersi il tempo per capirne lo stato permette di intervenire in modo mirato, senza errori che potrebbero costare caro. A volte basta davvero un colpo d’occhio in più per salvare la fioritura dell’anno seguente.


Non potare le ortensie nel momento sbagliato

Uno degli sbagli più comuni riguarda la potatura precoce o drastica. Le ortensie macrophylla fioriscono sui rami dell’anno precedente e se questi vengono eliminati, l’anno successivo i fiori non compaiono. Si pensa di “aiutare” la pianta, ma si rischia di comprometterla. Il periodo giusto per potare varia: alcune varietà preferiscono un intervento a fine inverno, altre richiedono solo la rimozione dei fiori secchi in autunno, lasciando intatti i rami principali. È un dettaglio che cambia tutto.


Curare le ortensie ora per averle belle l'anno prossimo

Non serve intervenire in modo invasivo ogni anno. Spesso basta alleggerire la chioma eliminando rami deboli o danneggiati. Così si mantiene la forma naturale e si stimola una fioritura più generosa.

Proteggere male le ortensie dal freddo

Molti credono che l’ortensia resista senza problemi a ogni inverno. In realtà, le gelate e il gelo intenso danneggiano le gemme e ne impediscono la fioritura. L’errore più frequente è trascurare questa protezione, pensando che la pianta si difenda da sola. I danni però emergono solo mesi dopo, quando i fiori non spuntano.


Proteggere non significa soffocare con nylon o coperture impermeabili. Al contrario, bastano piccole attenzioni, come:

  • creare una pacciamatura con foglie secche o paglia

Evita questi 3 errori per salvare le ortensie


  • coprire la chioma con teli traspiranti
  • riparare i vasi in angoli più protetti

Sono gesti semplici, ma decisivi. Il freddo non lascia segni immediati, eppure è proprio di notte che può compromettere la fioritura.

Dimenticare di curare il terreno

Un’altra leggerezza comune è non nutrire correttamente il terreno. Le ortensie hanno bisogno di un suolo ricco, fresco e drenato. Dopo mesi di fioritura, la pianta ha consumato molte energie: se il terreno non viene arricchito, la ripresa primaverile sarà debole.


Il segreto non è solo l’acqua. È importante integrare concimi ricchi di potassio e fosforo, evitando eccessi di azoto che sviluppano foglie a scapito dei fiori. Anche il pH conta: un terreno troppo calcareo blocca l’assorbimento dei nutrienti. In questi casi, torba o solfato di ferro aiutano a ristabilire l’equilibrio.

Il terreno è la base della vita della pianta: trascurarlo significa condannare l’ortensia a un futuro meno rigoglioso.

Evitando questi tre errori – potatura sbagliata, protezione inadeguata dal freddo e terreno trascurato – le ortensie avranno più chance di rifiorire con intensità. Bastano poche attenzioni mirate per assicurarsi fioriture abbondanti e colori spettacolari.

3 errori da non fare se si vogliono ortensie rigogliose il prossimo anno

La bellezza della prossima stagione dipende già da ciò che si fa oggi.

Foto © stock.adobe


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