Adagiato sulle montagne della Valnerina, Mucciafora sta rinascendo grazie a un progetto culturale che intreccia libri, spiritualità e mistero. Un borgo dimenticato che torna a far parlare di sé.
Ci sono luoghi che sembrano fuori dal tempo. A Mucciafora, in Umbria ogni pietra ha una voce e ogni silenzio racconta. Camminare qui vuol dire attraversare una soglia e scivolare in una dimensione sospesa. Arroccato a 1.070 metri, il borgo domina la Val Tissino con lo sguardo di chi ha visto passare i secoli. Non ha bisogno di fronzoli: basta una passeggiata tra vicoli e scorci per sentirne l’anima. E in mezzo a chiese antiche e leggende brivido, come quella della donna sepolta viva, il tempo pare davvero fermarsi.
Ma Mucciafora non vive solo di memoria. Con il progetto “Borgo dei Libri”, molte case vuote si riempiono di parole, idee e vita. Scrittori, studiosi, artisti: tutti trovano rifugio tra queste pietre, accendendo un nuovo presente fatto di laboratori, incontri, camminate letterarie e serate sotto le stelle. C’è chi scrive, chi ascolta, chi semplicemente respira. Ma tutti, quando tornano a casa, si portano via qualcosa. Forse un’idea, forse una storia. Sicuramente, un’emozione difficile da dimenticare.
Mucciafora: il fascino discreto di un borgo sospeso
Non serve una guida, né una mappa dettagliata: basta seguire l’istinto e lasciarsi portare dalla curiosità. Mucciafora, incastonato a 1.070 metri di altitudine, domina la Valle del Tissino con una vista che sembra uscita da una cartolina. Il borgo si sviluppa lungo una strada a gradoni che si arrampica tra scalinate di pietra, angoli nascosti e silenziosi passaggi. In fondo, chi non ha mai sognato di perdersi in un luogo così? La vecchia struttura del castello è sparita, ma l’impianto fortificato si percepisce ancora, come un fantasma che accarezza i muri. Le pietre romane e gli elementi medievali emergono dai muri con naturalezza, mentre il lavatoio pubblico, sospeso come una terrazza tra terra e cielo, è una delle tappe più suggestive.
Poi c’è lei, la Chiesa di San Bartolomeo: sobria all’esterno, sorprendente all’interno. Gli occhi si alzano verso i soffitti lignei dipinti, si posano sull’altare imponente e si fermano sulla tela della Madonna Assunta. La presenza del leggendario don Mattia Amadio, parroco amato e quasi mitico, è ancora tangibile. La sua tomba, con quell’epitaffio disarmante, è un invito all’umiltà. Poco distante, la Chiesa di Santa Giuliana nasconde un mistero da brividi: la leggenda della donna sepolta viva, ritrovata in una posizione diversa da quella originaria. Una storia che sa di medioevo e di mistero, perfetta per chi ama i racconti al limite tra sacro e profano.
Libri, leggende e creatività: un progetto che riaccende la vita
Chi arriva a Mucciafora oggi si accorge che qualcosa si muove. Non è solo il vento tra i vicoli: è la cultura che torna a fare rumore. Il progetto “Borgo dei Libri” ha trasformato il paese in un laboratorio creativo a cielo aperto.
Molte case disabitate vengono affidate a scrittori, studiosi, artisti. Un rifugio lontano dal mondo dove ritrovare ispirazione e, perché no, anche se stessi. Qui nascono laboratori, presentazioni, camminate letterarie, ma anche serate di chiacchiere semplici sotto un cielo che sembra più vicino.
Tra le attività che rendono Mucciafora speciale:
- Affidamento temporaneo di case a creativi
- Passeggiate letterarie tra vicoli e sentieri
- Incontri con autori e reading all’aperto
- Laboratori di scrittura e arte per tutte le età
- Eventi dedicati alla memoria del territorio
- Serate tematiche con musica, parole e stelle
Un intreccio tra passato e futuro, tra la pietra antica e la parola scritta, che restituisce senso all’abitare. In fondo, chi ha detto che i borghi devono restare immobili nel tempo?
E poi c’è la Chiesa di Sant’Angelo di Casale, immersa nel silenzio più profondo. L’affresco di San Michele che sconfigge Lucifero vibra ancora di energia arcaica: è come se le sue pareti sapessero ascoltare.
Come arrivare a Mucciafora e perché ne vale la pena
A vederlo sulla mappa, Mucciafora sembra irraggiungibile. Eppure è proprio questa sensazione di lontananza che lo rende speciale. Si trova nel Comune di Poggiodomo, nella parte sud-orientale dell’Umbria, e guarda il mondo dall’alto della Valnerina.
Il modo migliore per arrivarci? In auto o in moto, partendo da Spoleto o Norcia. La strada è un saliscendi tra boschi, curve e paesaggi che mutano colore a ogni stagione. Un viaggio che già da solo vale il tempo speso.
Una volta arrivati, il tempo si ferma. Piazza dei Combattenti è il cuore silenzioso del borgo: da una parte i caduti della Grande Guerra, dall’altra la memoria tragica del massacro nazifascista del 1943. Due monumenti che parlano sottovoce, ma lasciano un segno profondo.
Mucciafora non urla, non si mette in mostra. Ma chi ci arriva, raramente se ne dimentica. Sarà per l’aria frizzante, per le pietre che raccontano, o per quei libri che hanno deciso di restare.
Fatto sta che questo piccolo borgo è tornato a vivere, e lo fa nel modo più autentico che ci sia: ascoltando il passato per costruire futuro.
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