Hai mai camminato in un campo di mais al calar del sole, con il fruscio delle spighe a farti compagnia e la sensazione di non essere solo? Al Giardino delle Zucche di Pignataro Maggiore, ogni passo può diventare un’avventura tra brividi e meraviglia. Più di 70.000 metri quadrati di sorprese e inquietudini, dove l’atmosfera profuma d’autunno e l’incubo fa capolino dietro ogni curva.

Nel cuore della Campania, tra colline e silenzi rurali, spunta il labirinto di mais infestato più grande d’Europa. Una follia creativa fatta di sentieri tortuosi, creature mascherate e illusioni ottiche, dove la paura è sempre in agguato ma mai scontata.
Dal 18 ottobre al 2 novembre, appena il cielo si tinge di scuro, prende vita una sorta di incantesimo oscuro: zombie, spiriti, visioni terrificanti e scenografie da film invadono i corridoi del campo. Un’esperienza pensata per chi non teme di affrontare l’ignoto – ma anche per chi preferisce un’avventura più dolce, da vivere con i bambini o tra amici.
Dentro il Giardino delle Zucche: il labirinto infestato più spaventoso d’Europa
Camminare tra pareti alte di mais, nel buio, con il fiato sospeso. Una voce lontana, forse un sussurro. Qualcosa si muove. E poi, d’improvviso, il terrore: benvenuti nel labirinto infestato, dove la normalità si sgretola a ogni passo. Quest’anno il percorso è stato reinventato da un team di designer che sembra uscito da un sogno… o meglio, da un incubo. Emily Turino, che ha dato vita a tutto questo, lo definisce il viaggio più spaventoso mai fatto finora. E non si fatica a crederle: ogni curva può nascondere un attore pronto a balzare fuori, ogni scorcio è curato nei minimi dettagli, tra nebbia, lapidi e suoni distorti.
Il tema? Semplice ma efficace: “Trova il coraggio di perderti”. Non è solo un invito, è una sfida. In un luogo dove persino le ombre sembrano avere un’anima, orientarsi diventa un’impresa. E dai, chi non ha mai fantasticato su come sarebbe vivere in un horror per una sera? Qui si può. Si entra col sorriso, si esce col batticuore. E forse anche con qualche urletto liberatorio.
Non solo paura: attrazioni, zucche e colori d’autunno
Ma se l’adrenalina non fa per tutti, niente paura – letteralmente. Il Giardino delle Zucche offre molto di più. È un piccolo regno autunnale dove ogni angolo racconta una storia fatta di natura, creatività e allegria.
Chi cerca un’esperienza più tranquilla può provare il labirinto soft, perfetto per muovere i primi passi tra le spighe senza imbattersi in mostri. E poi ci sono loro, le regine della festa: le zucche. Da dipingere, intagliare, ammirare o semplicemente abbracciare.
I laboratori creativi sono un successo ogni anno: mani che si sporcano di colore, occhi che brillano mentre una semplice zucca si trasforma in qualcosa di unico. Ogni pezzo è coltivato in loco, e questo rende l’esperienza ancora più genuina.
Sparsi nel parco ci sono anche angoli pensati per i più piccoli: giochi agricoli, mini trattori, tappeti elastici e una sabbiera con escavatori veri (in miniatura, certo). Il tutto incorniciato da un mare arancione di tagete, fiori che sembrano disegnati per Instagram.
E poi, i profumi. Quelli dello street food alla zucca, un trionfo di sapori che mette d’accordo tutti: fritto, dolce, speziato. E mentre si mangia, si ascolta un po’ di musica country, si tira un sospiro e si capisce che, forse, un po’ di magia c’è davvero.
- Labirinto soft per chi ama perdersi senza paura
- Laboratori per creare mostri… di zucca
- Giochi agricoli che insegnano divertendo
- Fiori di tagete da fotografare (e annusare)
- Ricette a base di zucca che scaldano l’umore
- Carrettini rossi e musica folk, come nei film americani
Il Giardino delle Zucche è molto più di un evento: è una dichiarazione d’amore per l’autunno, per le tradizioni reinventate, per quella voglia di stare insieme che profuma di campagna e cannella.
Il Giardino delle Zucche premiato: innovazione, comunità e riconoscimenti da Oscar
Chi pensa che l’agricoltura sia solo fatica e silenzi, dovrebbe passare di qui. Il Giardino delle Zucche è la prova che si può innovare restando fedeli alla terra. Non è solo un parco tematico: è una visione.
Lo sa bene Coldiretti, che ha assegnato alla famiglia Turino l’Oscar Green per la categoria “agri-influencer”. Perché qui si fa agricoltura, ma anche comunicazione, social, narrazione. E ogni post, ogni video, ogni foto è un invito a scoprire qualcosa di più.
In fondo, chi ha detto che un campo debba solo produrre? Qui produce ricordi. Emozioni. Esperienze. Bambini che imparano cos’è una zucca vera, adulti che si lasciano andare per un pomeriggio senza pensieri.
Tra luci soffuse, fieno e colori caldi, si respira un’atmosfera difficile da raccontare a parole. Ma chi ci è stato lo sa: c’è qualcosa di speciale in quel campo. Qualcosa che fa sorridere anche mentre si urla di paura.
E mentre si passeggia tra i sentieri, capita di scorgere una famiglia che raccoglie la sua zucca, un nonno che scatta una foto, una coppia che si tiene per mano. E ci si accorge che sì, forse un po’ di magia esiste davvero.
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