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Bosco di Biancaneve e castello incantato: benvenuti a Torre Alfina

Benvenuti a Torre Alfina, dove un castello da fiaba e un bosco incantato creano un angolo sospeso nel tempo, perfetto per chi cerca autenticità e silenzio lontano dai circuiti più battuti.

il castello di torre alfina
Bosco di Biancaneve e castello incantato: benvenuti a Torre Alfina

Arroccato in cima a una collina dell’Alta Tuscia, Torre Alfina, in provincia di Viterbo, sorprende fin dal primo sguardo. Il borgo, fatto di case in pietra scura e vicoli stretti, custodisce una dimensione rara: quella di un tempo che non ha fretta.


Chi ci arriva, spesso lo fa per il suo celebre Bosco del Sasseto, definito da National Geographic il “Bosco di Biancaneve”, oppure per il maestoso Castello di Torre Alfina, che veglia sul paese come in un racconto antico. Ma c’è molto di più: un’atmosfera autentica, fatta di piccoli riti quotidiani e scorci che restano impressi.

Passeggiare nel borgo di Torre Alfina è come sfogliare un libro di storia

Le pietre consumate raccontano molto più di quanto sembri. Torre Alfina conserva intatto l’impianto medievale: mura, archi e antiche porte come Porta Romana e Porta del Sole sono tracce vive del suo passato strategico tra Lazio, Toscana e Umbria. La Piazza Sant’Angelo accoglie con la sua scenografia intima. Sul lato si affaccia la chiesa di San Michele Arcangelo, dove l’aria profuma d’incenso e la luce filtra appena. Tutto invita alla quiete, come i rintocchi del campanile nel pomeriggio.

strada di torre alfina


Camminando, si scoprono anche le cantine nel tufo, nascoste sotto le abitazioni: ambienti umidi, profumati di mosto, che parlano della tradizione vinicola locale. Qui si producono rossi intensi, spesso accompagnati da piatti forti della zona come il cinghiale in umido o la zuppa di farro. E appena fuori, il Museo del Fiore offre un’esperienza didattica e sensoriale, ideale anche per bambini. Immerso nella Riserva Naturale di Monte Rufeno, è uno spazio che cambia con le stagioni e racconta la biodiversità del territorio.

Il castello da sogno di Torre Alfina domina il borgo

Il Castello di Torre Alfina si impone con le sue torri merlate e lo stile neogotico, eredità del banchiere belga Edoardo Cahen d’Anvers, che nell’Ottocento lo trasformò in una dimora nobiliare ispirata ai manieri del Nord Europa.

Dentro si alternano camini monumentali, soffitti in legno, affreschi e scalinate che portano verso terrazze con vista sul Monte Amiata. Il parco circostante segue invece il gusto romantico inglese: vialetti tortuosi tra alberi secolari e scorci che sembrano studiati da un pittore.

Durante le visite guidate, si esplorano anche le scelte architettoniche che fecero dialogare armonicamente la fortezza con il borgo. Ogni dettaglio ha un senso, ogni pietra sembra al posto giusto.

E proprio sotto il castello, si apre un altro mondo.


Il Bosco del Sasseto: tra rocce e fiabe

Sembra quasi di entrare in un film fantasy quando si varca l’ingresso del Bosco del Sasseto. Gli alberi secolari, i massi lavici ricoperti di muschio, le felci e la luce che filtra tra le fronde creano un ambiente che cambia a ogni passo.

Ci sono faggi, lecci, olmi, l’albero della manna. Alcuni superano i 25 metri d’altezza. Le radici si intrecciano come in un racconto incantato. In mezzo alla vegetazione, quasi nascosto, il Mausoleo di Edoardo Cahen si inserisce con discrezione: sembra un piccolo tempio magico, più che un luogo di sepoltura.

Dal 2006 il Bosco è riconosciuto come Monumento Naturale: una protezione che premia non solo la sua unicita ecologica, ma anche quella paesaggistica e culturale. Un esempio raro di come natura e storia possano fondersi senza forzature.

bosco del sasseto a torre alfina

Come arrivare a Torre Alfina: tra tornanti e vigneti

Torre Alfina si trova in provincia di Viterbo, al confine con la Toscana. La strada per arrivarci è fatta di curve dolci tra vigneti, boschi e campi coltivati. In auto si percorrono la SP17 o la SP28. Chi viaggia in treno può scendere ad Acquapendente, da cui partono autobus locali o taxi.

Anche da Viterbo o Orvieto il tragitto non supera i 40 minuti. Ogni curva regala un colpo d’occhio sul paesaggio, e avvicinarsi a Torre Alfina significa lasciare alle spalle la fretta. Un borgo che sembra uscito da un sogno, ma che esiste davvero. E aspetta solo di essere scoperto.

Foto © stock.adobe

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