Dicembre arriva a piccoli passi, e con lui quel bisogno quasi istintivo di riempire casa di luci, colori e profumo di festa. C’è chi comincia a sentire il richiamo dell’albero già dai primi freddi: lo si tira fuori, si sbrogliano le luci, si sistemano le palline. Ed è subito casa che cambia faccia, prende un’altra piega, si fa più calda. Più viva. Ma quando va fatto davvero l’albero? E quando va tolto? E soprattutto: come si conserva bene per l’anno prossimo?

C’è chi lo tira fuori quasi d’istinto, a fine novembre, e chi aspetta di sentire quel pizzicorino natalizio che arriva puntuale con l’Immacolata. Altri ancora aspettano l’ultimo secondo, magari col sottofondo dei primi jingle in tv. Nessuna scelta è più giusta dell’altra, ma sapere quando e come muoversi può togliere qualche dubbio — e parecchio stress.
E poi, diciamocelo: ci sono momenti che sembrano fatti apposta per montare l’albero. Una domenica uggiosa, magari, quando fuori piove e dentro si ha solo voglia di coccole e lucine. In certi casi, non serve nemmeno il calendario: basta il cuore.
Quando si fa l’albero di Natale (e perché quella data cambia da città a città)
Ogni dicembre porta con sé una domanda semplice ma ricorrente: quando si fa l’albero? La tradizione cattolica suggerisce l’8 dicembre, festa dell’Immacolata. In tante famiglie italiane, è il giorno in cui si riaprono gli scatoloni, si sbrogliano le luci e parte la solita lotta con la presa elettrica. Ma ogni angolo d’Italia ha la sua storia. A Milano, per esempio, il Natale comincia il 7 dicembre, con Sant’Ambrogio. In quella data, il Duomo si illumina e le case milanesi seguono l’onda. Più a sud, a Bari, c’è chi anticipa ancora di un giorno: San Nicola, il 6 dicembre, è il momento perfetto per dare il via agli addobbi.
E poi ci sono i romantici, quelli che aspettano il Solstizio d’Inverno, tra il 21 e il 22 dicembre. Una scelta che arriva da lontano, quando si celebrava il ritorno della luce e l’inizio di un nuovo ciclo. Un po’ come dire: l’albero si accende quando se ne sente davvero il bisogno. Insomma, tra tradizioni religiose, usanze locali e scelte personali, una cosa è certa: non esiste una data sbagliata. E in fondo, chi non ha mai ceduto alla tentazione di anticipare, giusto per godersi un po’ più a lungo quell’atmosfera unica?
Quando togliere l’albero di Natale (senza sensi di colpa)
Montarlo è divertente. Smontarlo, beh… un po’ meno. Eppure anche qui c’è una data simbolica che fa da spartiacque: il 6 gennaio, giorno della Befana. È lì che, in molte case, si chiude ufficialmente la parentesi natalizia.
Qualcuno però ama allungare i tempi. Magari fino al 2 febbraio, per la Candelora. Una ricorrenza antica, accompagnata dal detto: “Per la Candelora, dell’inverno semo fora”. Tradotto: se proprio non si ha voglia di spegnere le luci, si può aspettare ancora un po’.
In ogni caso, niente fretta. Non c’è un regolamento ufficiale da rispettare, né una voce fuori campo che giudica. C’è solo una casa che torna piano piano alla normalità. E se quell’albero resta acceso qualche giorno in più… pazienza.
L’importante è affrontarlo con calma, senza trasformarlo in un’altra incombenza da spuntare. In fondo, il Natale serve anche a ricordarci che ogni tanto si può rallentare.
Come conservare l’albero e le decorazioni (senza impazzire)
Finito il periodo delle feste, arriva il momento della verità: dove metto tutto questo?
La risposta è semplice, ma serve metodo. L’albero va ripiegato con delicatezza, senza forzare i rami. Se possibile, meglio avvolgerlo in plastica e rimetterlo nella sua scatola originale. O in una simile, tanto che stia comodo.
Le decorazioni, poi, meritano una cura a parte. Le palline sono delicate, le luci si attorcigliano in un attimo e i nastri si piegano che è un piacere. La strategia migliore? Ogni pezzo va avvolto singolarmente nella carta (anche quella da cucina va bene), poi infilato in sacchetti imbottiti o scatoline con un po’ di ovatta. Un lavoro certosino, ma salva-futuro.
E se lo spazio in casa scarseggia? Nessun dramma. Esistono soluzioni smart come i box temporanei, tipo quelli di Casaforte – L’Hotel delle Cose. Si tratta di depositi sicuri, videosorvegliati, dove sistemare l’albero, il presepe e tutto il resto. Fuori dalla vista, ma pronti per tornare alla ribalta il prossimo dicembre.
Anche gli oggetti, dopotutto, hanno bisogno di un angolo tranquillo dove aspettare tempi migliori. Se potessero parlare, certi alberi forse direbbero: grazie, ci vediamo l’anno prossimo.
Scopri anche: Illumina il tuo Natale con LIDL: decorazioni a LED che accendono la casa di magia


