Appartamento al piano terra, umidità, e soluzioni pratiche: capita spesso di imbattersi in questi tre elementi, specie nei contesti urbani italiani, dove la storia si intreccia con la quotidianità di edifici vecchi e nuovi. Chi vive a piano terra lo sa: l’umidità è una presenza costante, quasi invisibile ma tenace.

Sembra quasi un dettaglio scontato, eppure l’umidità nei locali al piano terra è un problema antico. Da nord a sud, nelle grandi città come nei paesi, basta una parete fredda, una pioggia più insistente del solito o semplicemente una stagione umida, e il classico odore di muffa torna a farsi sentire. Qui non si tratta solo di una questione estetica, ma di salute e vivibilità.
Nelle case storiche, dove le fondamenta si poggiano direttamente sul terreno, la risalita dell’umidità è un fenomeno difficile da ignorare. Anche negli edifici più recenti, progettati con criteri energetici moderni, la sfida resta: isolare, deumidificare, arieggiare senza perdere troppo calore o spendere cifre esagerate. Insomma, un equilibrio delicato, fatto di piccoli gesti e decisioni concrete che, a volte, cambiano la percezione stessa della casa.
Cause principali dell’umidità negli appartamenti al piano terra
Spesso si pensa che l’umidità sia solo una questione di clima, ma la realtà è un po’ più sfumata. Le cause principali sono almeno tre, a ben vedere. Prima di tutto, c’è la cosiddetta umidità di risalita: l’acqua dal sottosuolo sale attraverso i muri per capillarità, soprattutto dove le vecchie guaine impermeabilizzanti non reggono più o sono proprio assenti. Un classico, specie negli edifici anni ’60 e ’70.
Poi c’è la condensa interna, tipica di ambienti poco ventilati o riscaldati male. Basta una giornata fredda, le finestre chiuse, e i vapori della cucina o della doccia trovano subito dove depositarsi. In terzo luogo, le infiltrazioni dall’esterno: pioggia abbondante, grondaie rotte, piccoli difetti nelle facciate possono trasformare una parete in una spugna. Un piccolo dettaglio: spesso sono le fughe del pavimento, trascurate per anni, a favorire l’ingresso dell’acqua.
Non è raro trovare, in vecchie cantine o appartamenti a piano terra, macchie scure vicino ai battiscopa, stucchi che si sgretolano, pitture che “fioriscono” come in una strana primavera umida.
Strategie per ridurre e prevenire l’umidità: dalla teoria alla pratica
Esistono diversi approcci, alcuni più immediati, altri da programmare con calma. Il primo passo, banale ma spesso trascurato, è migliorare la ventilazione. Anche in inverno, dieci minuti di aria fresca al giorno aiutano a disperdere l’umidità interna. Piccolo trucco pratico: aprire due finestre opposte crea corrente e fa uscire in fretta l’aria viziata.
Quando la situazione è più seria, si passa ai deumidificatori. Quelli elettrici vanno bene per le emergenze, ma nei casi cronici conviene considerare un impianto di ventilazione meccanica controllata. Sembra un investimento, ma in molti condomìni recenti è la soluzione definitiva per evitare muffe e cattivi odori.
Isolare i muri a contatto col terreno richiede lavori più impegnativi: intonaci traspiranti, barriere chimiche, guaine bituminose. A volte basta rifare il battiscopa con materiali idrorepellenti o sostituire i vecchi infissi. Piccole cose che cambiano il microclima. Non dimentichiamo, infine, i rimedi “della nonna”: il sale grosso negli angoli umidi o le cassette di bicarbonato. Non fanno miracoli, ma assorbono l’umidità residua e aiutano nei mesi peggiori.
Quando chiamare un esperto: segnali da non sottovalutare
Non sempre le soluzioni fai-da-te sono sufficienti. Ci sono segnali che, se ignorati, possono portare a problemi strutturali. Ad esempio, se la pittura si stacca a grandi chiazze, se compare muffa nera persistente o se l’odore di umido diventa costante anche con le finestre aperte. In questi casi, meglio rivolgersi a un tecnico specializzato. Un sopralluogo con termoigrometro o una consulenza per valutare la presenza di ponti termici può fare la differenza.
Gli interventi più efficaci, spesso, si programmano a fine estate o prima delle piogge autunnali. Una verifica alle grondaie, una sistemata agli scarichi o una manutenzione periodica delle pareti esterne può prevenire danni ben più costosi. C’è anche chi, in casi estremi, sceglie l’impermeabilizzazione completa con resine o il rifacimento del vespaio aerato. Non soluzioni rapide, ma a volte necessarie per abitare sereni.
Alla fine, la lotta contro l’umidità è una questione di attenzione e piccoli gesti costanti. Basta un po’ di cura in più, magari una verifica dopo un temporale improvviso, per accorgersi di quei dettagli che fanno la differenza tra una casa vivibile e un ambiente sempre a rischio. E a volte, basta davvero poco per cambiare la percezione di quattro mura.
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