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Piante e fiori

Acqua di cottura delle verdure come fertilizzante? Ecco per quali piante funziona

L’acqua di cottura delle verdure è spesso considerata uno scarto da eliminare, ma in realtà può diventare un fertilizzante naturale davvero prezioso. Non tutte le piante ne traggono beneficio, ma quelle giuste possono ricevere una vera carica di energia.

Non buttare l'acqua di cottura delle verdure
L’acqua di cottura delle verdure diventa un ottimo fertilizzante

A volte basta poco per fare la differenza. Davvero poco. Tipo quel pentolino d’acqua dove hai appena lessato le verdure: lo butteresti, vero? E invece, potrebbe essere un regalo inaspettato per le piante del tuo balcone. Non serve niente di complicato, solo un cambio di prospettiva. Ci si ostina a cercare fertilizzanti sofisticati, prodotti miracolosi sugli scaffali dei garden center. Ma intanto, proprio in cucina, ogni giorno si spreca un concentrato di minerali perfetti per nutrire il verde di casa. Curioso, no? L’acqua di cottura sembra una di quelle magie che funzionano proprio perché semplici.

Basta un attimo per pensarci: prima di versarla nel lavandino, lasciarla raffreddare e darla alle piante. Senza sale, ovviamente. Così nasce un piccolo gesto di giardinaggio sostenibile, senza costi, senza sprechi, senza fatica. È quasi poetico.


Perché usare l’acqua di cottura come fertilizzante naturale

Quando le verdure cuociono, rilasciano nell’acqua una bella dose di sali minerali: potassio, magnesio, calcio, fosforo. Cose che per le piante sono oro puro. Ma c’è un avvertimento da non ignorare: niente sale. Se l’acqua è salata, addio effetto benefico e benvenuti problemi alle radici. Meglio cuocere le verdure senza condimenti, e poi usare quell’acqua – ormai fredda – direttamente nel vaso. Le piante d’appartamento, quelle che spesso sembrano un po’ spente, tipo pothos o sansevieria, la assorbono che è una meraviglia. Anche le aromatiche ci vanno a nozze, specie basilico e menta. Purché non ci siano dentro avanzi di grasso o pezzi di patata.


Le proprietà dell'acqua di cottura delle verdure

E il bello è che qualcosa cambia davvero. Le foglie diventano più vive, spuntano germogli, l’aspetto generale migliora. Un’acqua che prima sembrava un avanzo diventa una specie di “elisir” verde.

Quali piante apprezzano questo tipo di trattamento

È affascinante pensare che non tutte le piante reagiscano allo stesso modo a uno stimolo così semplice. Alcune sembrano prenderlo come una coccola inaspettata, altre invece storcono il naso. Proprio come accade con certe persone e i rimedi della nonna. Nessuna regola fissa, solo un po’ di osservazione e intuito.


Un buon punto di partenza è iniziare con le piante più comuni, quelle che popolano spesso salotti, davanzali e balconi. Alcune hanno già dimostrato di amare questo “brodino verde”, altre invece meglio lasciarle tranquille.

Ecco una lista utile per orientarsi:


  • Piante verdi da interno: filodendro, spatifillo, dieffenbachia. Perfette per iniziare: rispondono subito con foglie più lucide e vigorose.
  • Aromatiche: prezzemolo, origano, erba cipollina. Ottime se coltivate in vaso, apprezzano i sali minerali naturali contenuti nell’acqua.
  • Ortaggi da balcone: insalata, bietole, spinaci. Si nutrono volentieri dell’acqua delle loro “parenti” cotte.
  • Fiori da balcone: gerani, petunie. Sì, ma con moderazione. Troppa ricchezza può causare ristagni o cattivi odori.

Meglio evitare invece cactus, succulente, orchidee e tutte quelle piante più delicate o con esigenze di terreno molto specifiche. Con loro, meglio non rischiare.

Come usare al meglio l’acqua di cottura, senza esagerare

Poche regole, ma chiare. Prima di tutto, l’acqua va filtrata e lasciata raffreddare completamente. Mai versarla bollente: si rischia di stressare (o peggio) le radici.


Il momento ideale? Il mattino, quando il terreno è ancora fresco e assorbe meglio. Se avanza, si può tenere in frigo per un paio di giorni, ma è sempre meglio usarla il prima possibile. Così si conservano meglio le proprietà nutritive.

Meglio non esagerare: una somministrazione ogni due settimane è più che sufficiente. E no, non mescolarla ad altri fertilizzanti chimici. L’effetto combinato potrebbe essere troppo.

Un consiglio extra? L’acqua di spinaci, cavolo o lattuga è particolarmente adatta. Ricca, ma leggera. Perfetta per dare una spinta senza appesantire.

Insomma, chi l’avrebbe mai detto che un gesto tanto banale potesse rivelarsi così utile? L’acqua che pensavi di buttare diventa un gesto di cura. Le piante lo percepiscono. E in cambio, ti restituiscono verde, vitalità, piccoli segni di gratitudine che spuntano dal terriccio.

A volte, basta davvero solo cambiare punto di vista. Aprire gli occhi su quello che già si ha sotto il naso.

Come usare l'acqua do cottura nelle piante

E magari scoprire che il miglior fertilizzante non si compra, ma si cucina.

Foto © stock.adobe


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