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Italia

Alfero: alla scoperta delle incantevoli cascate dell’Appennino

Nel cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo, Alfero è un borgo autentico tra cascate, boschi e tradizioni: una meta da vivere più che da visitare.

Alfero: alla scoperta delle incantevoli cascate dell’Appennino

Scoprire Alfero è come inciampare per caso in un angolo del mondo dove il tempo ha deciso di prendersela comoda. Tra boschi fitti, ruscelli trasparenti e stradine che sembrano uscire da una fiaba, questo piccolo borgo dell’Appennino Tosco-Romagnolo accoglie senza clamore. Eppure lascia il segno.

Le cascate dell’Alferello: un salto d’acqua e d’emozione

Quando si arriva alle Cascate dell’Alferello, conosciute anche come Cascate delle Trote, è impossibile non restare fermi per qualche secondo. Giusto il tempo di farci i conti con quello che si ha davanti: un muro d’acqua alto una trentina di metri che scende deciso tra rocce segnate dagli anni e vegetazione selvaggia.


Il sentiero che conduce fin là è accessibile, niente di troppo tecnico. Ma non per questo è banale. Si cammina immersi nel verde, con quel silenzio spezzato solo dal rumore delle foglie e dall’acqua che scorre da qualche parte. Ogni curva regala uno scorcio, ogni respiro sa di bosco.


Poi, all’improvviso, eccole. Le cascate. L’acqua cade con forza, spruzza, si divide in rivoli che giocano tra i sassi. E quando il sole è nel punto giusto, ci scappa anche un arcobaleno. C’è chi si siede su una pietra piatta, chi toglie le scarpe e infila i piedi nel torrente. Non serve fare altro. È uno di quei posti che parlano da soli.

Alfero tra confini, storie e castagne

Le stradine acciottolate di Alfero non hanno nulla di scenografico, eppure hanno qualcosa. Forse è quel modo tutto loro di raccontare storie senza usare parole. Basta guardare un muro, una finestra, un’insegna sbiadita.

Un tempo questo paese era un punto di confine: da una parte lo Stato Pontificio, dall’altra il Granducato di Toscana. E quel passato non se n’è mai andato del tutto. Restano i cippi di pietra con gli stemmi dei Medici, le chiavi di San Pietro incise come a voler marcare territori che oggi non dividono più nessuno.


Ma Alfero non vive solo di storia. Ogni anno si anima con il Palio dei Somari, che non è solo una corsa tra asini ma una festa vera, fatta di sfottò, risate e tifo da stadio in versione montanara. E poi la Sagra della Castagna, quando l’aria si riempie di fumo e profumo di caldarroste, e tutti sembrano più contenti del solito.

C’è qualcosa di rassicurante in questi riti, in questa normalità vissuta con orgoglio. Perché ad Alfero, tutto ha un sapore un po’ più intenso.


Passeggiate nei boschi, tra faggi e cieli aperti

Ci sono camminate che iniziano senza una vera meta. Si parte, si segue un sentiero, si ascolta il rumore delle scarpe sulle foglie secche. Intorno solo faggi, cerri, abeti e quel cielo che ogni tanto si fa largo tra i rami.

I boschi attorno ad Alfero sono pieni di percorsi. Alcuni corti, ideali per sgranchirsi. Altri più lunghi, da affrontare con borraccia e panino nello zaino. C’è sempre qualcosa da vedere: un ruscello che taglia il sentiero, un capriolo che si nasconde tra gli alberi, una radura improvvisa dove il sole si ferma più volentieri.


E se camminare non basta, nel paese ci sono campi da tennis, da calcetto, da calcio. Ma a dire il vero, qui l’attività più praticata è guardarsi intorno. Non serve molto altro.

Gusto di casa: mangiare ad Alfero

C’è una cosa che riesce sempre a mettere tutti d’accordo: mangiare bene. E su questo, Alfero non delude. I piatti sono quelli semplici, quelli che sanno di famiglia. I funghi, le castagne, i formaggi locali: tutto arriva dai dintorni, tutto ha quel gusto che non ha bisogno di troppe spiegazioni.

Che sia una pizza mangiata all’aperto o un piatto di tagliatelle con i funghi in una trattoria rustica, quello che conta è il sapore. E l’accoglienza, che qui non si finge. Nessuna formalità, solo la voglia di far sentire l’altro a casa.

Chi vuole fermarsi qualche giorno può scegliere uno dei tanti appartamenti in affitto. Sono semplici, ma comodi. E permettono di vivere il paese dall’interno, di svegliarsi con i suoni veri, di prendere il caffè con calma al bar della piazza.

cascate di Alferello

Perché alla fine, anche il gusto fa parte del paesaggio. Un paesaggio che, ad Alfero, si lascia assaporare senza fretta.

Foto © stock.adobe


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