L’autunno toscano sorprende sempre: tra i colori caldi delle colline, il silenzio rarefatto dei borghi e i profumi che si mescolano nell’aria, ogni passo diventa un ricordo. In poche settimane, la natura cambia abito e i sentieri si fanno morbidi, quasi ovattati.

Quando arriva l’autunno in Toscana, la terra sembra rallentare. Tutto si fa più quieto. Le voci dei turisti si diradano e restano solo i suoni più antichi, quelli che sembrano nati dalla campagna: il vento tra i rami, il calpestio sulle foglie secche, il respiro di chi cammina senza fretta.
Non c’è bisogno di cercare scenari spettacolari. Basta uscire una domenica di fine settembre, magari con un maglione addosso, e lasciarsi guidare dalla luce che, all’improvviso, trasforma anche una strada sterrata in un quadro.
Si entra subito in un’atmosfera che non ha tempo. I borghi toscani, piccoli o grandi, sembrano fermi a un altro secolo. Lì, tra una piazza e un vicolo, la stagione si fa sentire nei dettagli: zucche accatastate sui davanzali, castagne raccolte in ceste di vimini, i primi camini che riprendono vita. A volte, si sente persino odore di mosto o di funghi, portato dal vento. In fondo, camminare in autunno qui è anche questo: lasciarsi sorprendere dai dettagli più semplici, da un silenzio che parla.
Camminare sulla Via Francigena tra Siena e San Quirico d’Orcia
Via Francigena, una parola che evoca storie antiche e passi lenti tra le colline. In autunno, il tratto tra Siena e San Quirico d’Orcia diventa quasi magico: le colline si vestono di rosso e oro, le vigne appaiono come tappeti cangianti, le strade sterrate accompagnano chi cammina tra silenzi lunghi e panorami aperti.
I paesi che si incontrano lungo la strada, come Monteroni d’Arbia o Buonconvento, sono fatti di pietra e di memoria. Nei bar ci si saluta ancora per nome. Ci sono mercatini della domenica, bambini che giocano a pallone in piazza, odore di pane appena sfornato. Ogni tanto, un cane che sbuca da un portone socchiuso.
Camminare qui vuol dire immergersi nella storia. La Val d’Orcia è un mosaico di colline che in autunno, complice anche la luce del tardo pomeriggio, sembrano muoversi. La nebbia che sale dai fossi, i grappoli d’uva rimasti dopo la vendemmia, i filari ordinati che si perdono all’orizzonte. Ogni tanto, una piccola pieve, un vecchio cartello stradale, un gruppo di pellegrini con gli zaini grandi.
C’è chi si ferma per una fetta di torta al miele o un bicchiere di vino novello. E non manca mai il piacere di un pranzo lento, magari con pecorino, miele e un pezzo di pane rustico. Una pausa all’ombra, lo sguardo che si perde, poi si riparte, senza fretta.
Cammino di San Bartolomeo: tra castagneti, sentieri e borghi sospesi
Garafagnana. Basta il nome. Qui il Cammino di San Bartolomeo si arrampica tra montagne e boschi, tra castagni che a ottobre diventano scrigni di ricci e foglie dorate.
Il tratto tra Castelnuovo di Garfagnana e Barga è fatto per chi ama la natura più ruvida, quella dove il sentiero può essere scivoloso di pioggia, dove il vento porta l’odore del muschio e dei funghi freschi. I borghi, piccoli e raccolti, sembrano sospesi: facciate in pietra, tetti in ardesia, piazze dove la sera si sente il rumore delle carte da gioco.
Qui si cammina tra storie di artigiani, contadini, mercanti di altri tempi. A volte, si incontra qualche anziano che racconta aneddoti o offre una castagna arrostita. E poi ci sono le trattorie, quelle vere, con tovaglie a quadri e menù scritti a mano. In autunno, sulle tavole arrivano piatti caldi di polenta, funghi trifolati, dolci semplici con farina di castagne. Qualche volta si sente il profumo del camino acceso. Tutto sembra più vicino, più lento. Un’esperienza che riempie, davvero, in tutti i sensi.
Sentiero del Chianti: vigneti dorati e pause di gusto
Il Sentiero del Chianti è più dolce, quasi morbido sotto i piedi. Qui si cammina tra Greve in Chianti, Panzano, Castellina, seguendo curve leggere tra filari di vite e uliveti pronti per la raccolta. L’aria sa di mosto, di terra bagnata, di olio nuovo.
Nei piccoli borghi del Chianti, tra una degustazione e una sagra di paese, l’autunno è un momento di festa. Le piazzette si riempiono di voci (ma mai troppe), le cantine si aprono per chi vuole assaggiare il vino novello o il tartufo appena raccolto.
Basta sedersi su un muretto, con il sole tiepido di ottobre che scalda il viso, per capire cosa vuol dire prendersi tempo. Qui tutto invita a rallentare: anche il paesaggio, con le colline che si susseguono come onde, i cipressi che spuntano ordinati, le strade bianche che tagliano i campi.
Un passo dopo l’altro, il profumo di pane fresco, olive, vino. Piccoli gesti quotidiani. Un cane che dorme al sole, un anziano che legge il giornale, bambini che rincorrono una foglia caduta.
Via degli Dei, variante toscana: boschi e silenzi dal sapore antico
Il tratto toscano della Via degli Dei regala emozioni diverse. Da Firenze verso il Mugello, passando per Fiesole, si entra in un paesaggio che cambia colore e forma ad ogni svolta. In autunno, i boschi si riempiono di nebbia leggera, i sentieri diventano tappeti di foglie, l’aria è pungente ma mai ostile.
Camminare qui vuol dire perdersi un po’, tra silenzi densi e storie raccontate dai muri delle case. I borghi, spesso nascosti, conservano ancora piazzette intatte, vecchie chiese, dettagli che sfuggono se si va troppo di fretta. Ogni tanto, una bottega con il pane buono o una fetta di torta appena sfornata.
Ci sono momenti in cui il panorama si apre e tutto sembra sospeso, come se il tempo avesse smesso di correre. I tramonti colorano le colline di arancione, le ombre si allungano e resta solo il rumore dei propri passi. Una pausa. Forse un respiro. La variante toscana della Via degli Dei è per chi vuole davvero ascoltare la natura, sentire la storia sulla pelle, senza rumore intorno.
A volte basta poco, anche solo una giornata senza fretta, per capire quanto l’autunno, qui, possa insegnare a camminare in silenzio e guardare tutto con occhi nuovi.
Se vuoi già respirare l’atmosfera delle feste, scopri anche Natale in Toscana e Umbria: i borghi che sembrano nati per dicembre
