C’è chi pensa che l’autunno, in Piemonte, finisca troppo presto. Ma se guardi bene, a novembre le colline delle Langhe, del Monferrato e del Roero sembrano ancora vivere una seconda stagione. Si cammina e, tra una curva e l’altra, l’aria sa di uva e di foglie bagnate.

Succede ogni anno: quando la vendemmia si allontana e la nebbia del mattino si alza, ecco che i vigneti si trasformano. Le foglie, che fino a ottobre erano solo uno sfondo, improvvisamente diventano le vere protagoniste. Sfumature di giallo, arancio, rosso. Basta poco per lasciarsi sorprendere, anche se il calendario direbbe che ormai è quasi inverno. In realtà, il Piemonte a novembre è un mosaico in movimento. Una tavolozza accesa, a tratti malinconica, che si rinnova di ora in ora. E non è un caso: qui il clima gioca ancora a favore. Le prime piogge sono già arrivate, ma le temperature si mantengono miti. Persino i più distratti, che girano senza ombrello, se ne accorgono.
Nei weekend si vede qualcuno con la macchina fotografica, altri semplicemente si fermano davanti a un filare. C’è chi raccoglie le ultime castagne, chi osserva i filari spogli. Nei bar dei paesi, il vino nuovo ha già fatto la sua comparsa sul bancone. Il profumo di mosto, quello si sente ancora, ma ormai appartiene a un’altra stagione. Strano, vero?
Il foliage d’autunno tra le colline del vino in Piemonte
Basta guardare con attenzione: il vero spettacolo comincia appena i vignaioli hanno raccolto gli ultimi grappoli. Le foglie, ormai libere dal loro compito, cambiano pelle. Il Nebbiolo si accende di un giallo vivido, il Moscato segue con un oro leggero. Solo il Dolcetto, ormai raro in queste zone, regala qualche fiammata rossa tra le file.

Più in là, la Barbera e la Freisa sorprendono con sfumature violacee, quasi fredde nelle giornate senza sole. La mattina c’è umidità, le pozzanghere riflettono i colori. Capita di trovare ancora qualche acino rimasto, magari sotto una foglia ormai secca. E poi, i dettagli: i vecchi secchi appesi alle reti, i guanti dimenticati su un muretto, le cassette impilate davanti alle cantine. Piccole cose che fanno autunno.
Dove andare per vedere il foliage in Piemonte
Ci sono luoghi che a novembre sembrano quasi disegnati. Nel Monferrato, intorno a Canelli e Santo Stefano Belbo, i vigneti di Moscato creano onde morbide. Se sali fino alla Torre dei Contini – una passeggiata breve, ma che allunga il fiato – lo sguardo si apre su un panorama dorato che cambia con la luce.
Nelle Langhe e nel Roero, la Strada Romantica regala 130 chilometri di curve tra boschi, vigneti e noccioleti. Ogni curva ha una prospettiva nuova. Può capitare che il cielo sia basso, oppure si apre all’improvviso: e allora i colori sembrano accendersi. Per chi preferisce camminare, la Rete Sentieristica del Roero offre sentieri facili, adatti anche a chi non è allenato. In autunno, tra tartufaie e borghi arroccati, basta perdersi un po’.
Ogni tanto si incontra qualcuno con uno zaino, oppure due anziani seduti su una panchina a parlare del tempo. Dettagli che si ripetono, come certe abitudini che ritornano.

Belvedere da non perdere: panorami e piccoli dettagli
La Langa del Barolo, poi, è una cartolina che cambia a seconda di dove ti fermi. La Morra, con la sua torre campanaria, offre uno dei punti più scenografici: il belvedere regala una vista su tutto il mosaico delle vigne. Ma anche Monforte, Serralunga, Castiglione Falletto e Grinzane Cavour (il castello è una tappa obbligata) hanno scorci che sembrano pensati per i fotografi, anche per quelli che non scattano mai.
A Barbaresco, la torre panoramica si alza per 36 metri: da lassù, in una giornata limpida, si vedono le distese di Nebbiolo e il cambiamento quasi impercettibile delle sfumature. Forse non basta uno sguardo. Serve tempo, forse anche una pausa lunga su una panchina o una chiacchiera con chi passa. Ci sono stagioni che chiedono di essere rallentate. Novembre, nelle colline del Piemonte, è proprio così: serve solo lasciarsi trovare dal colore giusto.
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