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Casa e giardino

Ghirlande naturali: quale base scegliere e come farle durare

Quando si parla di ghirlande naturali, la scelta della base e qualche accorgimento pratico possono fare la differenza: bastano piccoli dettagli per far durare il verde molto più a lungo, anche in casa.

ghirlanda naturale con rami di abete e pigne
Ghirlande naturali: quale base scegliere e come farle durare

C’è chi preferisce rami di vite intrecciati, chi si affida alla paglia oppure riscopre materiali quasi dimenticati. Ma ogni stagione porta le sue sfide – e anche un po’ di creatività. Parlare di ghirlande naturali significa fare i conti con il ritmo delle stagioni, la scelta della base più adatta e qualche trucco semplice per evitare che foglie e bacche appassiscano in fretta. I materiali, spesso, arrivano direttamente dal giardino o da una passeggiata (se guardi bene, a volte basta chinarsi ai piedi di una siepe). In molti casi, la durata della composizione dipende più dalla struttura che dai fiori stessi: scegliere il supporto sbagliato, infatti, rischia di compromettere tutto il lavoro dopo appena pochi giorni.


Ogni base porta con sé vantaggi e piccole insidie. Alcune resistono meglio all’umidità, altre lasciano filtrare l’aria o trattengono troppo l’acqua: sembra un dettaglio, e invece fa la differenza, specie se la ghirlanda deve stare in casa. Capita spesso, tra l’altro, di sottovalutare la parte più tecnica (tipo i legacci, la distanza tra i rametti, persino la posizione della ghirlanda rispetto a fonti di calore). Alcuni trucchi, imparati un po’ per caso e un po’ per tentativi, aiutano a conservare la freschezza e a dare un aspetto meno “spento” anche dopo diversi giorni.

Come scegliere la base della ghirlanda naturale

La base è il cuore della ghirlanda naturale. Dalla paglia alle strutture metalliche, passando per rami intrecciati e spugne florali (queste ultime più per l’esterno, spesso), le alternative sono tante. Ma la scelta dipende anche da quello che si ha sotto mano. Succede, a volte, che ci si ritrovi a improvvisare con fili di salice freschi, rami di rovo o semplici cerchi di legno sottile: materiali che in autunno, ad esempio, sono davvero facili da recuperare. Per chi cerca una struttura leggera e ariosa, i rami di vite intrecciati restano un classico. Sono facili da modellare, tengono bene la forma e lasciano respirare gli elementi decorativi. D’altra parte, chi vuole una base più robusta (magari per sostenere bacche pesanti o elementi voluminosi) spesso opta per un anello di metallo rivestito di muschio o paglia: un’idea che, tra l’altro, si presta a molti ricicli.

composizione della base della ghirlanda naturale


C’è poi la spugna florale, ottima quando si utilizzano fiori freschi che hanno bisogno di acqua. Ma attenzione: va scelta solo per composizioni temporanee e non per ghirlande da appendere all’aperto nei mesi più freddi, perché tende a seccare e diventare fragile. A volte basta guardarsi intorno, letteralmente, per trovare la soluzione più adatta. Un vecchio telaio da ricamo, ad esempio, può diventare una base originale e leggera. Oppure un filo di ferro ricoperto di rafia, semplice e discreto. Piccole idee nate magari per caso, mentre si rovista in garage.

Materiali naturali e combinazioni che funzionano davvero

Scegliere i materiali per la propria ghirlanda naturale è una questione di sensibilità (e anche di fortuna). In primavera abbondano rametti fioriti, foglie tenere e qualche erba aromatica. In autunno, invece, prevalgono bacche, frutti secchi, pigne e foglie coriacee, che resistono meglio all’aria secca delle case riscaldate.

Tra le combinazioni più resistenti e facili da gestire si trovano:

  • Rami di eucalipto (profumano e durano a lungo).
  • Bacche di rosa canina e piccoli frutti secchi.
  • Pigne e rametti di abete, per le ghirlande invernali.
  • Foglie di alloro o ulivo, sempreverdi e robuste.
  • Spighe di grano e lavanda, per un tocco estivo.

Importante ricordare che non tutti i materiali reagiscono allo stesso modo: alcune bacche tendono a macchiare, mentre certe foglie perdono consistenza in ambienti troppo asciutti. Meglio sperimentare con quello che si trova e annotare cosa funziona meglio, stagione dopo stagione. E poi c’è il dettaglio, spesso trascurato, dei legacci: spago naturale, fili di cotone, rafia. Ogni materiale ha il suo carattere e contribuisce all’armonia del risultato finale.

mano spruzza acqua su una ghirlanda naturale


Trucchi pratici per far durare di più una ghirlanda naturale

Arriviamo al punto dolente: come far durare una ghirlanda naturale senza ritrovarsi a raccogliere foglie secche già dopo pochi giorni? In realtà, qualche piccola attenzione può allungare la vita delle composizioni, anche in inverno o nei mesi più caldi. Prima di tutto, meglio evitare di esporre la ghirlanda a fonti di calore diretto (termosifoni, camini, finestre troppo assolate). L’aria secca, in particolare, accelera l’appassimento di fiori e foglie. Un trucchetto semplice: vaporizzare acqua con uno spruzzino ogni due o tre giorni, ma senza esagerare (soprattutto se ci sono bacche che tendono a marcire facilmente).

Per le ghirlande con base in spugna florale, ricordarsi di inumidire leggermente la spugna prima di inserire i materiali e controllare che non si asciughi del tutto. Se invece si utilizzano basi più “asciutte”, come i rami intrecciati o la paglia, si può puntare su elementi naturali già secchi o resistenti.

E se proprio non si vuole rischiare, si può alternare tra materiali freschi e secchi, creando una composizione che cambia aspetto con il passare dei giorni. In fondo, anche una ghirlanda un po’ vissuta racconta una storia: basta lasciarla parlare, senza forzare troppo la mano.

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