C’è una piccola isola greca che sembra Cuba, ma è completamente deserta: un luogo fuori dal tempo, dove la natura ha ripreso il controllo e il silenzio regna sovrano. Scoprirla vuol dire immergersi in un mondo che non sembra nemmeno europeo.
Tra gli angoli più remoti dell’Egeo si nasconde un gioiello che pochi hanno il privilegio di conoscere. Polyaigos, un isolotto disabitato delle Cicladi, viene spesso accostato a Cuba per le sue spiagge incredibilmente bianche, l’acqua trasparente e una luce che cambia l’atmosfera in continuazione. Ma dimentica le palme, le case colorate e la musica cubana: qui trovi solo capre curiose, scogliere chiare e un mare così vivido che sembra irreale.
È il classico posto dove ci si ritrova senza accorgersene. Dove tutto si azzera e anche i pensieri più ingombranti diventano leggeri. Non serve avere uno zaino pieno d’esperienza da viaggiatore: basta lasciarsi portare dal caso, da una voglia improvvisa di sparire per un po’. Perché in fondo, certi posti non si cercano, si trovano. E una volta trovati, non li dimentichi più.
Polyaigos, la piccola isola greca che sembra Cuba ma è deserta
Il nome fa sorridere: Polyaigos vuol dire “molte capre”. E sì, di capre qui ce ne sono davvero tante, libere di girare tra rocce e cespugli come se fossero le vere padrone di casa. Non ci sono strade, né palazzi, né negozi. Solo natura cruda, senza filtri, e una costa che sembra rubata a un sogno caraibico. Il mare è il protagonista assoluto. Colori che cambiano ogni ora, sfumature che vanno dal verde smeraldo al blu profondo. La costa sud è una sequenza di calette nascoste, perfette per buttarsi in acqua senza vedere nessuno per ore. Alcune hanno sabbia sottile come borotalco, altre scogli levigati dal vento. Tutte hanno quel non so che di primitivo, quasi mistico.
Si trova tra Kimolos e Milos, e si può raggiungere solo in barca. Forse è proprio questo il segreto del suo fascino: nessuno ci capita per caso. Bisogna volerci andare, bisogna cercarla. E quando ci si arriva, ci si sente catapultati in un tempo che non esiste più. Qualcuno ha detto che su Polyaigos l’orologio si spegne. E forse non aveva torto.
Un paradiso nascosto tra grotte e mare turchese
La maggior parte delle persone arriva qui con una piccola crociera o noleggiando un gommone da Milos. Non ci sono porti, solo spiagge. Si sbarca con i piedi nell’acqua, come in un film. E appena si mette piede a terra, tutto cambia. L’aria è diversa, più pulita, più viva. Il silenzio è ovattato, quasi irreale.
Tra i luoghi che tolgono il fiato ci sono:
- La Grotta Blu, che quando il sole è alto diventa una discoteca di riflessi turchesi
- La spiaggia di Faros, così bassa che ci si può stendere in acqua come in una vasca
- I faraglioni del sud, sculture naturali che sembrano messe lì da un artista impazzito
- I fondali trasparenti, dove anche chi non sa nuotare ha voglia di tuffarsi
Nessun chiosco, nessun ombrellone. Serve portarsi dietro tutto: acqua, crema solare, un pranzo leggero. Ma è proprio l’assenza di comodità a renderla unica. Qui ci si riscopre essenziali, senza dover fare niente di straordinario. Basta guardarsi intorno.
Perché Polyaigos è il luogo perfetto per disconnettersi
Dimentica il Wi-Fi. Dimentica le notifiche, le mail, le agende. Su Polyaigos non c’è niente di tutto questo. Ma c’è il vento che soffia tra gli arbusti, il mare che batte ritmico sulle rocce, e il sole che colora tutto con tonalità sempre nuove.
La giornata scorre lenta. Si dorme sotto l’ombra di un sasso, si legge, si guarda l’orizzonte senza aspettarsi nulla. E in questo vuoto apparente si scopre un pieno che spesso manca nelle giornate affollate di città.
È curioso pensare che l’isola sia rimasta così perché, anni fa, qualcuno ha detto no al cemento. Alcuni tentativi di costruzione furono bloccati, e oggi parte dell’isola è area protetta. Un piccolo miracolo, in un mondo dove tutto si costruisce troppo e si distrugge in fretta.
Tra le tante isole greche nascoste, Polyaigos è quella che resta nella testa anche mesi dopo esserci stati. Forse perché sembra lontana da tutto, forse perché è rimasta vera. Non è una Cuba da cartolina, ma una Cuba dell’anima: ruvida, intensa, luminosa. E a volte, è proprio quello che serve.
Serve a chi vuole sparire per un po’. A chi ha bisogno di silenzio, o di tornare a sentire la propria voce.
A chi ha capito che, in certi momenti, bastano una barca, una spiaggia vuota e un cielo che non finisce mai.
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