Oleandro, arbusto tipico della macchia mediterranea, colori vivaci e resistenza, ma attenzione al freddo: ecco come proteggerlo durante l’inverno e mantenerlo in salute anche nei mesi più rigidi.

Sembra quasi impossibile, ma anche le piante più robuste, come l’oleandro, possono avere un punto debole. Chi lo coltiva da anni lo sa: il vero nemico, a volte, non è il caldo torrido dell’estate, ma l’arrivo improvviso del freddo. Basta una notte di gelo e, all’improvviso, quei rami sempreverdi, pieni di fiori delicati, rischiano di subire danni che si trascinano fino a primavera. Per questo, in tanti – da chi ha solo un balcone a chi cura un giardino grande – si pongono ogni anno la stessa domanda: come mettere l’oleandro al sicuro durante l’inverno?
Non è una questione solo estetica. L’oleandro, con i suoi fiori rosa, rossi o bianchi, anima cortili e vialetti di mezza Italia, ormai anche al Nord. Ma, appena il termometro scende sotto lo zero, serve qualche attenzione in più. Un gesto sbagliato può compromettere anni di crescita, eppure le soluzioni sono più semplici di quanto si pensi. Non servono serre o attrezzature strane, basta un po’ di organizzazione. Magari una domenica mattina, con il cielo che promette la prima gelata, ci si ritrova a coprire le piante con una vecchia coperta o a cercare il famoso TNT nei negozi di fai da te. Un piccolo rituale, che ogni anno si ripete.
Oleandro in inverno: come proteggerlo davvero
La parola chiave è prevenzione. Per l’oleandro, il freddo intenso può essere un vero rischio, soprattutto se la pianta vive in vaso o in zone soggette a gelate improvvise. La soluzione più pratica? Utilizzare un telo di Tessuto Non Tessuto (TNT), che permette di coprire l’oleandro senza soffocarlo. Questo materiale, oltre a essere traspirante e impermeabile, protegge la pianta dalle temperature estreme senza creare troppa umidità. Si trova facilmente nei negozi specializzati e costa poco. Un consiglio spiccio: meglio prenderlo un po’ più grande delle dimensioni della pianta, così da avvolgerla completamente, senza lasciare parti scoperte.
Non sempre, però, basta coprire. Se l’oleandro cresce in vaso, conviene spostarlo. L’ideale sarebbe una veranda chiusa o anche solo un angolo ben riparato, lontano dal vento e con qualche ora di luce al giorno. Attenzione però: l’interno di casa di solito è troppo caldo. Meglio il pianerottolo, oppure una rimessa non riscaldata ma luminosa. Spesso basta poco per evitare lo stress che un cambiamento brusco può provocare.
Piccolo trucco spesso dimenticato: proteggere le radici. Il vero pericolo, nelle notti più fredde, è il gelo che arriva dal terreno. Per evitarlo si può coprire la superficie del vaso con della corteccia oppure con le bucce di castagne, facilmente reperibili in autunno. Oppure, per chi vuole fare le cose in modo ancora più pratico, basta sollevare il vaso da terra usando qualche vecchio mattone o dei listelli di legno. Un gesto che cambia tutto.
Cure pratiche per l’oleandro durante i mesi freddi
Non basta la copertura. Nei mesi più freddi, l’oleandro ha bisogno di qualche attenzione in più, magari diversa rispetto a quelle estive. Primo, le innaffiature: mai esagerare. Meglio aspettare che il terreno sia ben asciutto, sia a vista sia al tatto, prima di aggiungere acqua. Troppa umidità favorisce funghi e muffe, soprattutto se la pianta resta ferma per settimane senza sole pieno.
Non meno importante, il sottovaso. Occhio all’acqua stagnante: può sembrare un dettaglio ma spesso è la causa di molte malattie durante l’inverno. Meglio controllare ogni tanto, magari quando si passa a dare un’occhiata veloce, tra una commissione e l’altra. Un altro piccolo gesto utile è aggiungere del concime, anche solo una volta, prima del freddo più intenso. Aiuta la pianta a rafforzarsi e a sopravvivere meglio nella nuova posizione.
Se il clima è davvero rigido e la pianta sembra sofferente, meglio rinunciare ai fiori per una stagione e concentrarsi sulla salute dell’arbusto. Così, quando tornerà la primavera, sarà più vigoroso di prima. Del resto, ogni inverno è diverso. Basta un dicembre più freddo del solito e ci si trova a improvvisare, adattando le regole in base a ciò che accade davvero fuori dalla finestra.
Quando riportare l’oleandro all’esterno
Tutto torna, prima o poi. Così, anche per l’oleandro, arriva il momento di uscire dal “letargo” e riprendersi il proprio spazio all’aperto. Il periodo giusto? Di solito tra aprile e maggio, quando le temperature notturne restano stabili sopra i 10 gradi. Meglio non avere fretta: un colpo di coda del freddo è sempre possibile, soprattutto al Nord o in zone collinari.
Un’abitudine utile: osservare il meteo locale, magari confrontando le previsioni per una settimana intera. Basta qualche giorno di sole, una passeggiata in giardino con il primo caffè del mattino, per capire che sì, è il momento giusto. E la pianta, ormai abituata al riparo, si adatta piano piano alla nuova luce e al vento più fresco. A volte serve un po’ di pazienza, niente di più.
Chi ha vissuto almeno un inverno con un oleandro sa che, in fondo, basta poco per prendersene cura. Una coperta, una manciata di corteccia, una porta socchiusa. E ogni anno, tra marzo e aprile, ci si ritrova a sperare che i primi fiori spuntino di nuovo.
Ti potrebbe interessare anche:
