Vuoi moltiplicare la tua menta senza spendere nulla? Con un semplice trucco puoi ottenere nuove piantine sane e profumate, da usare o regalare.
Dividere i cespi di menta è un trucco semplice e naturale per moltiplicare le tue piante aromatiche senza spendere un centesimo. Bastano pochi gesti, un pizzico di attenzione e il gioco è fatto: la menta si rigenera da sola, come una fenice verde in miniatura.
Tra gli aromi più amati, la menta ha il pregio di essere tenace, veloce nella crescita e generosa. Ma proprio per questo tende a diventare invadente: se non la controlli, si prende tutto lo spazio. E allora, perché non sfruttare la sua vitalità per ottenere nuove piantine, magari da regalare o da sistemare in angoli diversi del giardino o del balcone?
Idee pratiche per moltiplicare la menta a costo zero
Dividere un cespo di menta ha qualcosa di soddisfacente, quasi terapeutico. Affondare le mani nella terra, sentire il profumo che si sprigiona: bastano calma e un po’ di attenzione per fare tutto al meglio. Il momento ideale? Quando cambia la stagione. In primavera o in autunno, la pianta è più tranquilla e soffre meno lo spostamento. Niente talee qui, si lavora direttamente con le radici, come se si spezzasse una pagnotta calda. Basta tirare fuori la pianta con delicatezza, notare i piccoli gruppi naturali tra le radici e separarli con cura. Anche le mani vanno bene, purché non si strappi tutto.
Poi si pianta di nuovo. Un po’ di terra soffice, annaffiatura moderata e qualche giorno d’ombra. E quasi senza accorgersene, ogni pezzo inizia a crescere per conto suo. È come quando si cucina qualcosa di semplice ma buono: pochi ingredienti, tanta soddisfazione. E in fondo, avere più menta in casa fa sempre comodo.
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Come evitare gli errori più comuni nella divisione dei cespi
Non tutto, però, fila sempre liscio come l’olio. Alcuni errori possono compromettere la riuscita del processo. Per esempio, dividere il cespo in un periodo troppo caldo rischia di stressare eccessivamente la pianta. Così come usare attrezzi sporchi o danneggiare le radici può facilitare l’insorgenza di muffe o infezioni.
Spesso, per inesperienza o fretta, si tende a tagliare senza osservare la struttura della pianta. Ma ogni sezione deve avere almeno un paio di radici ben formate e qualche fogliolina: altrimenti, le probabilità di sopravvivenza crollano.
C’è poi chi sbaglia nella scelta del terriccio: la menta ama i suoli freschi ma ben drenati. Troppa acqua ristagna e fa marcire le radici, mentre un terreno secco e povero la blocca.
Ecco alcuni accorgimenti utili:
- Scegli giornate fresche e nuvolose per la divisione
- Usa sempre attrezzi puliti e disinfettati
- Assicurati che ogni porzione abbia radici sane e foglie
- Prepara i nuovi vasi o buche prima di iniziare
- Annaffia subito dopo il trapianto, ma senza esagerare
- Proteggi le nuove piante dal sole diretto per qualche giorno
Come una torta ben riuscita ha bisogno di dosi precise e tempi giusti, anche la divisione dei cespi richiede un po’ di cura. Ma la soddisfazione, poi, ripaga ogni sforzo.
Curiosità sulla menta che (forse) non tutti conoscono
La menta non è una sola: ne esistono decine di varietà, ognuna con profumi e sfumature diverse. Dalla classica menta piperita alla delicata menta spicata, passando per quella al cioccolato, al limone o alla fragola. Un vero mondo aromatico da scoprire.
In alcune culture, la menta è simbolo di ospitalità. In Marocco, ad esempio, il tè alla menta è un rituale sociale irrinunciabile. Questa pianta in cucina, poi, trova mille usi: dalle insalate ai dessert, dalle salse alla conservazione degli alimenti.
Curiosamente, è una delle poche piante che riesce a tenere lontane le formiche. Il suo profumo, tanto amato dagli umani, è insopportabile per molti insetti.
E, piccolo trucco da esperti: se la menta coltivata in vaso tende a diventare legnosa alla base, significa che ha bisogno proprio di una divisione. Come dire: si rigenera per non morire.
Dividere i cespi, quindi, non è solo un modo per avere più piantine. È un gesto di cura, di attenzione e, in un certo senso, anche di ascolto.
Perché ogni pianta, a modo suo, parla. Basta saperla osservare.
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